Tutto quello che c’è da sapere su di una iniziativa che ha calamitato l’attenzione dei media e tifosi per una settimana
Tra il 18 ed il 19 aprile, sui siti web ufficiali di 12 fra i maggiori top club europei sono apparsi comunicati ufficiali con cui si è annunciata la nascita di una nuova competizione: la Super League.
I 12 club fondatori sono 6 club inglesi (Manchester United, Manchester City, Arsenal, Chelsea, Liverpool e Tottenham), 3 club spagnoli (Real Madrid, Barcellona e Atletico Madrid) e 3 club italiani (Juventus, Inter e Milan).
La nuova Lega o Super League prevede un gruppo costituito da 20 club, così suddivisi: 15 membri fondatori, qualificati di diritto, e 5 club invitati a rotazione in base ai risultati sportivi ottenuti. La formula prevede due gironi da 10 club e i primi tre di ogni gruppo accedono ai quarti di finale, assieme ai due vincitori degli spareggi fra quarto e quinto classificato. Dai quarti di finale in poi la formula, in buona sostanza, ricalca quella dell’attuale Champions League, con gare di andata e ritorno e la finale in una partita unica. La presidenza della Super League è affidata a Florentino Perez. Andrea Agnelli e Joel Glazer, presidente della Juventus e vicepresidente del Manchester United, saranno i vicepresidenti.
Necessario da subito specificare come la nuova Super League non potrà in alcun modo sostituire la Champions League (almeno per ora), principalmente in ragion della diversa natura di queste due competizioni.
La Super League è a tutti gli effetti un torneo “privato”, gestito ed organizzato direttamente dai club, la Champions League è una competizione ufficiale, gestita ed organizzata dalla UEFA ed i club partecipanti accedono sulla base di specifici criteri individuati dalla UEFA stessa. Va inoltre aggiunto che, seppur la UEFA abbia annunciato una riforma della competizione, portandola da 32 a 36 club, il format della Champions League non cambierà per il triennio 2021-2024, dato che i diritti audiovisivi sono stati già assegnati.
Non si hanno informazioni certe relative alla partenza di tale competizione, tuttavia, in molti dei comunicati ufficiali dei club fondatori si legge che “si partirà al più presto” (agosto 2021?).
La ratio di questa “scissione” dalla UEFA, appare essere la volontà dei club fondatori di aumentare il numero di match di alto livello fra i migliori club d’Europa, nonché di gestire direttamente gli introiti degli sponsor e dei diritti audiovisivi, aumentando in tal modo i propri ricavi, i quali sono certamente in calo vista la pandemia da COVID-19.
Restando confinati nei profili economici, l’accordo stipulato tra i club fondatori prevede l’impegno di ciascun club di iniziare con un investimento di 2 milioni di euro, incrementabili, ove necessario, fino a ulteriori 8 milioni.
All’avvio effettivo della Super League ed a seguito della commercializzazione dei diritti audiovisivi relativi alla competizione, in base all’accordo è previsto che i club fondatori ricevano nel complesso un contributo di importo netto indicativamente pari a 3,5 miliardi di euro, che verrà erogato in un’unica soluzione.
Questa somma, che sarà ripartita tra i club fondatori secondo percentuali da definire in base al numero definitivo di club fondatori, sarà resa disponibile attraverso adeguati strumenti di finanziamento sottoscritti da primarie istituzioni finanziarie internazionali.
Tra i principali finanziatori della nuova competizione vi è anche il noto fondo statunitense JP Morgan, il quale — con un breve comunicato ufficiale — ha affermato che “Il nuovo torneo annuale fornirà una crescita economica significativamente più elevata ed un supporto al calcio europeo tramite un impegno di lungo termine a versare dei contributi di solidarietà senza tetto massimo, che cresceranno in linea con i ricavi della lega”.
Certa è la posizione della UEFA e della FIFA, le quali hanno ribadito una netta chiusura nei confronti di chi aderisce alla Super League e della competizione stessa. In un comunicato ufficiale congiunto con Federcalcio inglese e Premier League, Federcalcio spagnola reale (RFEF) e LaLiga, Federcalcio italiana (FIGC) e la Lega Serie A si legge che “Prenderemo in considerazione tutte le misure a nostra disposizione, a tutti i livelli, sia giudiziario che sportivo, al fine di evitare che ciò accada … Come annunciato in precedenza dalla FIFA e dalle sei Federazioni, ai club interessati sarà vietato giocare in qualsiasi altra competizione a livello nazionale, europeo o mondiale, e ai loro giocatori potrebbe essere negata l’opportunità di rappresentare le loro squadre nazionali”.
Pronta è stata la risposta dei club fondatori della Super League, i quali — si legge in una lettera — sono preoccupati che “la FIFA e la UEFA possano … prendere misure punitive per escludere qualsiasi club o giocatore partecipante dalle rispettive competizioni. SLCo (Super League Company) ha presentato una mozione dinanzi ai tribunali competenti al fine di garantire l’istituzione e il funzionamento della Competizione in conformità con le leggi applicabili. È nostro dovere, in qualità di membri del consiglio di SLCo, garantire che tutte le azioni ragionevoli disponibili per proteggere gli interessi della Competizione e dei nostri stakeholder siano debitamente intraprese, dato il danno irreparabile che si subirebbe se, per qualsiasi motivo, fossimo privati dell’opportunità di creare tempestivamente il torneo e distribuire i proventi che ne derivano”.
Dal punto di vista legale, si preannuncia un’aspra battaglia; al momento tuttavia è impossibile prevedere cosa accadrà. Certo è che la nuova Super League — trattandosi di un torneo a tutti gli effetti “privato”, come si è già detto — si pone in totale antitesi ai valori di inclusività e di merito sportivo ed al legame con il territorio che il calcio dovrebbe avere nell’espletamento della sua funzione sociale ed educativa.