Una eventuale condanna di Trump per l’assalto al Congresso del 2021 non sarebbe di ostacolo alla sua candidatura alle presidenziali del 2024
A prescindere da come la si pensi o dall’opinione che ognuno ha dell’ex Presidente degli Stati Uniti è interessante osservare la vicenda per cercare di comprendere un sistema quale quello statunitense ritenuto da autorevoli esperti tra i più evoluti e garantisti.
Di questi giorni la notizia che anche nella eventualità di una condanna dell’ex Presidente per i capi di imputazione relativamente ai fatti di Capitol Hill del 2021 non sarebbero di ostacolo alla sua candidatura alle presidenziali e neanche, in caso di vittoria, diventare il presidente degli Stati Uniti .
i fatti di cui alle imputazioni sono riportati nelle 45 pagine dell’atto di accusa riassumibili in: truffa ai danni degli Stati Uniti, ostruzione di un’attività ufficiale del governo (la certificazione del voto) e violazione dei diritti civili (il tentativo di privare gli americani del diritto di voto). I reati diventano quattro perché l’ostruzione viene sdoppiata in due reati, sforzo di bloccare la certificazione del voto e cospirazione a questo fine, non sarebbe allo stesso preclusa la candidatura alla presidenziali e neanche, in caso di vittoria, diventare il presidente degli Stati Uniti anche se ipoteticamente recluso in carcere. Anzi potrebbe il neo eletto, secondo il parere di alcuni esperti della Costituzione Americana, “graziarsi”.
Donald Trump si è dichiarato non colpevole dei quattro capi di accusa mossi nei suoi confronti per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 e per il tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020. L’udienza è durata 27 minuti: la prossima è stata fissata per il 28 agosto. Il magistrato ha imposto all’ex presidente di non parlare con nessuno che potrebbe essere considerato un testimone dei fatti relativi al caso. «È un giorno triste per l’America. Questa è una persecuzione», ha detto Trump prima di lasciare Washington. «Nonostante il fatto che… sono stato arrestato dal mio avversario politico il “corrotto Joe Biden”, che sta perdendo con me nei sondaggi, è stata una buona giornata!», ha poi scritto sul suo social media Truth.
È stata fissata per il 28 agosto, alle 10 del mattino, la prima udienza del processo a Trump per aver tentato di sovvertire i risultati delle elezioni del 2020. La giudice Moxila Upadhyaya ha presentato tre possibili date, oltre a quella del 28 agosto, quella del 21 e del 22. I procuratori, che hanno già annunciato l’intenzione di avere un processo rapido, hanno scelto il 21 agosto, la difesa il 28 agosto. La prima udienza sarà presieduta dalla giudice distrettuale Tanya Chutkan, a cui è affidato il procedimento.
Trump intanto si difende fuori dall’Aula. «È impossibile avere un processo equo a Washington, dove oltre il 95% è anti-Trump». Lo scrive lo stesso Trump su Truth Social, poche ore prima della prevista udienza nel tribunale federale della capitale, invocando il trasferimento del procedimento in una sede considerata più “imparziale”. «L’ultimo caso fasullo portato avanti dal Joe Biden l’imbroglione e il folle Jack Smith sarà auspicabilmente trasferito in una sede imparziale, come il vicino stato della Virginia, dove non ci sono pregiudizi politici», ha detto ancora proponendo lo spostamento del processo nello stato più conservatore. Anche l’avvocato di Trump, John Lauro, in un’intervista televisiva ha spiegato che verrà chiesto di trasferire il processo: «Ci sono diverse opzioni, la West Virginia è vicina», ha affermato spiegando che in questo stato l’elettorato, e quindi il bacino in cui pescare i potenziali giurati, è più “diversificato”, mentre a Washington «il 95% è per Biden».
«Mi serve un’altra incriminazione per assicurarmi la vittoria», ha provocato Trump sul suo social media Truth. «Ora sto andando a Washington per essere arrestato per aver contestato un’elezione corrotta, truccata e rubata. E’ un grande onore, mi arrestano per voi», ha proseguito il tycoon rivolgendosi ai suoi sostenitori.
Secondo recenti sondaggi politici, Joe Biden sembra aver recuperato il sostegno tra i Democratici rispetto all’anno scorso, ma Donald Trump continua ad essere un avversario temibile in vista delle presidenziali del 2024, nonostante i suoi problemi giudiziari tant’è che sembrerebbero attualmente alla pari.
Un recente sondaggio condotto da New York Times-Siena College tra gli elettori registrati mostra che i due leader sono attualmente alla pari, entrambi con il 43 percento di consensi. Tuttavia, Trump raccoglie solo il 41 percento di giudizi favorevoli tra i potenziali elettori, con la maggioranza che lo considera responsabile di gravi reati.
D’altro canto, l’indice di approvazione di Biden è al 39 percento, nonostante i miglioramenti nell’economia e il calo dell’inflazione. La competizione tra i due sembra essere ancora aperta e suscita grande interesse nell’elettorato americano.
Peserà sulle prossime elezioni presidenziali senz’altro il declassamento del debito pubblico americano da parte di Fitch dei giorni scorsi che ha suscitato reazioni aspre da parte degli investitori e degli americani, in primis della Casa Bianca e della segretaria al Tesoro.
L’unica certezza è che l’intera vicenda, qualunque siano gli esiti, calamiterà la curiosità e l’interesse di tutti.